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AL DI QUA DEL CORONAVIRUS

VIVERE PIÙ A LUNGO CON LA SCIENZA E LA RELIGIONE
di Enrico Morelli  giornalista editore


Il sacrificio maggiore della pandemia Covid 19 è stato per me, oltre alla preoccupazione di avere continue notizie di un figlio con la sua famiglia a Milano e una figlia con la sua famiglia a Roma, l’obbligo di restare a casa, ricordato ogni momento quando accendo  la tv portoghese:“ Figue em casa!”(Resta a casa).
Le consuete passeggiate lungo il Tejo o il centro di Lisbona sono così presto diventate un lontano ricordo. Anche le escursioni con picnic fatte a febbraio con mia moglie e con amici, con la temperatura che qualche giorno ha sfiorato i 26 gradi, lungo le spiagge dell’Atlantico da Santo Amaro a Cascais, mi sono sembrate l’ultimo ricordo di una vita serena che non credo tornerà tanto presto.

Ora dalla mia casa al centro di Lisbona nel quartiere Graca vedo passare il tram 28, l’électrico, come lo chiamano qui, quasi sempre vuoto, ed esco con mia moglie una volta al giorno per meno di mezz’ora, giusto per comprare il giornale e il pane.
Abbiamo infatti  pensato di fare la spesa più importante una volta a settimana andando al supermercato vicino casa solo di domenica, all’apertura, per incontrare meno gente.
Il lock down portoghese è simile a quello italiano, le scuole sono chiuse come anche i ristoranti e i cinema, ma l’edilizia per esempio non si è fermata. I bar sono semi chiusi: vendono il caffè e il pateis de nata all’ingresso, e gli avventori rispettano la distanza di 2 metri l’uno dall’altro.
Ho continuato a lavorare tutti i giorni, ma solo al mattino come di consueto, per la rivista Ville&Casali che ho fondato 31 anni fa e che è diretta ora da mio figlio. Mi è rimasto così a disposizione  molto tempo che ho dedicato all’apprendimento della lingua portoghese, soprattutto ascoltando la radio, la tv e leggendo qualche quotidiano.

Ho visto per l’ennesima volta molti sceneggiati tv  come quelli del Commissario Montalbano con sottotitoli portoghesi  e ho finito di leggere un libro di 550 pagine che da mesi tenevo sul comodino: Origem di Dan Brown. Una storia affascinante, un vero thriller, che cerca di rispondere a due domande fondamentali: “Da dove veniamo?” e “Dove andiamo?”.  Ambientato a Bilbao, Barcellona e Madrid, città che ho avuto modo di visitare da quando risiedo in Portogallo, il libro si snoda in 105 capitoli. Un romanzo che si pone il problema dell’esistenza di Dio e della religione:un tema che oggi, di fronte all’epidemia, irrompe sull’umanità non meno del virus. Non voglio rivelare al lettore di questa mia breve nota il finale del libro dell’autore del Codice da Vinci ma, come sa invece chi  l’ho ha letto, la religione insieme alla scienza possono aiutare a vivere meglio, anzi più a lungo.

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