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TORINO DA SCOPRIRE, design e gusto con un pizzico di mistero di Loredana Gelli - GOOD IN ITALY

PRESIDENTE ON. SANDRA CIOFFI
IN COLLABORAZIONE CON ITA | ITALIAN TALENT ASSOCIATION
Direttore Stefania Giacomini
Project Web Manager    Raffaella Giuliani

GIORNALE REGISTRATO AL TRIBUNALE DI ROMA N. 197 DEL 2014
Fondatori Giacomini - Giuliani

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TORINO DA SCOPRIRE, design e gusto con un pizzico di mistero di Loredana Gelli

2025


Dichiarata nel 2014 Città Creativa Unesco per il Design, il capoluogo piemontese prosegue il suo processo di rigenerazione degli spazi urbani grazie anche a una giovane generazione di artigiani e creativi che hanno dato vita a un circuito di nuova bellezza, imprevedibile e anche sofisticato, che ha reso vitali e attrattivi interi quartieri.

IL RIUSO URBANO CHE GENERA VALORE
Il Basic Village a nord di Torino, inaugurato nel 2000 nel quartiere Aurora, è stato il primo grande esempio di riqualificazione virtuosa di una fabbrica di calze. Oggi è un ecosistema multimarche all’insegna dell’innovazione, quasi 20.000 mq di negozi, bar, ristoranti e di altri edifici commerciali, tante storie imprenditoriali raccontate sotto lo stesso tetto.
Questo ex quartiere operaio ha cambiato volto anche grazie al genio visionario di Cino Zucchi, l’architetto che ha realizzato il complesso della Nuvola Lavazza, uno spazio post industriale abbracciato da una conviviale piazza-giardino che accoglie anche il Museo omonimo, progettato da Ralph Appelbaum, celebre interprete dell’exibition design.


Carmencita e Caballero, star del carosello Paulista di Armando Testa (1965)

A dare il benvenuto una gigantesca, rossa Carmencita, la caffettiera iconica disegnata nel 1979 da Marco Zanuso, solo un assaggio dell’universo di storia, suoni e immagini che il museo custodisce.
Tre sezioni Casa Lavazza, la Fabbrica e la Piazza raccontano 130 anni di passione, ricette originali, macchine da caffè vintage e ultratecnologiche approdate addirittura sulla Stazione Spaziale Internazionale. Un’esperienza emozionale e interattiva stimolata dall’aroma dei chicchi appena tostati che si fa sempre più intenso scendendo una scala scenografica, preludio alla degustazione finale di una tazzina di caffè gourmet.

NARRAZIONI ARTISTICHE NEL NUOVO LINGOTTO
Anche la riconversione dello stabilimento Fiat Lingotto è un incredibile esempio di rigenerazione urbana. Il progetto, terminato nel 2003, lega il passato al presente ed è pensato per coinvolgere e stupire. Voluto dalla Famiglia Agnelli che affidò la direzione a Renzo Piano, oggi è un polo multifunzionale distribuito su 246.000 metri quadrati.


Eliporto e Bolla, sala congressi sospesa a 40 metri dall'ex autodromo

Quando si raggiunge il tetto dell’ex fabbrica e si esce dall’ascensore, il colpo d’occhio è davvero sorprendente. Il leggendario circuito ellittico di collaudo, dove sfrecciavano anche 50 auto contemporaneamente, trasformato in uno stupendo giardino pensile. Il progetto, avviato dalla Pinacoteca Agnelli è stato inaugurato nel 2022 ed emoziona pensare che il luogo è stato un pezzo di storia collettiva e industriale importante del nostro paese.
Niente rombo dei motori ma un percorso espositivo di opere sonore, luminose e installazioni di artisti internazionali con una vista mozzafiato sulla città dalla quale, se si è fortunati, si può ammirare anche un incredibile tramonto sulle Alpi.

L’installazione Graft (Phantom Tree)

Un tradizionale giardino mediterraneo, ora in pieno foliage, dialoga con le opere contemporanee che lanciano messaggi sociali e moniti ecologici. “Graft (Phantom Tree)” del duo artistico Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla, è un’installazione del 2025 composta da migliaia di fiori realizzati in plastica riciclata che rimandano a quelli del roble amarillo, un tipo di quercia autoctona dei Caraibi. L’albero sembra sbocciare dalla rampa di cemento della pista per sottolineare i cambiamenti causati dalle trasformazioni climatiche in corso e dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse della terra.


Pistarama, Il murales realizzato da Dominique Gonzalez-Foerster

Pistarama, Il suggestivo murales realizzato da Dominique Gonzalez-Foerster parla della storia politica e culturale di Torino restituendo ai visitatori una nuova narrazione.

BORGHI DI TENDENZA
Carlotta Sampò e Andrea Boffetta proseguono la storica vocazione manifatturiera del loro quartiere, borgo Rossini e, nel 2012 aprono in Via Mantova 9, Trakatan, laboratorio- boutique di borse. La loro produzione contemporanea prevede metodi di lavorazione manuale, concia vegetale per limitare le sostanze tossiche e utilizzo di materie prime provenienti da animali allevati per l’industria alimentare.
Niente sprechi e un approccio etico e sostenibile a tutto tondo.


Andrea Boffetta - Laboratorio borse Trakatan

Nel borgo Aurora Parco Regio, la giovane stilista Elena Pignata ha stabilito il suo quartier generale ristrutturando una ex carrozzeria. Nasce così In via Catania 16, il suo atelier e studio creativo Ombra di foglia, uno spazio vivo e ricco di attrezzature, stoffe e materiali sartoriali. Le sue collezioni, ispirate ai colori della terra, delle foglie, della ruggine sono eleganti e ricercate con capi dall’alta moda e per cerimonie, spesso vere e proprie opere d'arte tessile.


Elena Pignata - Atelier Ombra di foglia

Poco più avanti in Via Catania 17, a stupirci è Jamais Sans Toi, in lingua romanza “mai senza di te”, un laboratorio di profumi e gioielli realizzati a mano con la tecnica della cera persa e della ceramica. La griffe è nata dalla passione delle sorelle Gallo: Camilla designer ma anche attrice di teatro e doppiatrice e Valentina, diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Torino. Una storia tutta al femminile che, da un piccolo laboratorio casalingo nella Val di Susa a Chiomonte, è approdata nella capitale piemontese. Nelle creazioni di Camilla e Valentina è ricorrente la forma sferica che rimanda al sole e alla luna, elementi carichi di simbologia da cui traggono ispirazione.


Valentina Gallo -Laboratorio gioielli Jamais Sans Toi

Ancora ricerca e design contemporaneo in Via Po 1 da Fravshop, un brand nato a Torino nel 1996 che propone scarpe e accessori minimal ed eco-friendly. Non solo scelta di forme, colori e stili d’avanguardia ma attenzione alla tradizione e al folklore che si ritrova anche nella collezione di profumi “Magia bianca & magia nera”. Qui la ricerca olfattiva punta sulla spiritualità e raffinatezza delle essenze, pensate per sedurre e affascinare.


FravShop, brand di scarpe, accessori e profumi

UNA LIBRERIA DA CONTEMPLARE
Fondata nel 1872 con il nome di Libreria Beuf la Libreria Internazionale Luxemburg, nel cuore della Galleria Subalpina, tra Piazza Castello e Piazza Carlo Alberto, ha attraversato un secolo per diventare una vera e propria icona di Torino. Un luogo ricercato e conviviale che ospita la caffetteria letteraria più piccola d’Italia.


Libreria Internazionale Luxemburg

Innovazione e impegno culturale trasudano da ogni angolo arricchito da pezzi importanti di design della collezione Editions di Mutina disposti all’interno della libreria, sopra gli scaffali e tra i volumi stessi. Curato dallo studio torinese BRH+ guidato da Barbara Brondi e Marco Rainò, l’ambiente è perfetto per stimolare la concentrazione.

I LUOGHI DEL MISTERO
Che Torino sia considerata la città più esoterica d’Italia è noto ai più ma forse, non tutti sanno, che in Via Giovanni Somis 4, sorge il primo Museo della Stregoneria Contemporanea italiano.


Norak Odal e Daniela Surleti

In un ambiente stile ottocentesco, sono conservati oltre 1000 manufatti stregonici, antichi e contemporanei, che è possibile scoprire con una interessante visita guidata e grazie alla professionalità di Norak Odal, runologo (studioso delle rune, antico alfabeto germanico) e Daniela Surleti, curatrice e coordinatrice di un centro studi molto attivo nella ricerca esoterica, il Circolo delle Streghe.


Tarocchi di Carlo Piterà, simbolista di fama internazionale

Nel museo, oltre al classico tavolino dei tarocchi e alla radice di mandragola, si trova anche la ricostruzione della casa di una vera strega, una guaritrice il cui nome non è noto, completa di quaderni con le più curiose ricette di pozioni magiche, specchi, altari e altri strumenti divinatori che rendono il luogo affascinante anche per i non amanti del genere. Il percorso è studiato per fornire spunti di comprensione dei linguaggi legati all’occultismo, all’alchimia, all’astrologia e ai segreti dell’erboristeria rituale.


Il Pentacolo, elemento esoterico di protezione.

Passeggiando nella città scopriamo i simboli esoterici più evidenti. Torino è considerata la città europea che completa il triangolo della magia bianca assieme a Lione e Praga e della magia nera, con Londra e San Francisco. Gli esoterici attribuiscono un forte potere energetico alla Gran Madre di Dio, luogo di culto situato nel quartiere Borgo Po. Somigliante al Pantheon di Roma, la chiesa fu costruita tra il 1818 e il 1831 su progetto di Ferdinando Bonsignore con l’intento di celebrare il ritorno a Torino di Vittorio Emanuele. Ai lati dell’ampia scalinata della chiesa, solenne e monumentale, sorgono due statue opera di Carlo Chelli, quella della Religione e della Fede. Quest’ultima con in mano il calice, secondo alcuni esoteristi, indicherebbe dove è sepolto il Sacro Graal, il calice in cui bevve Gesù durante l’ultima cena. Peccato che il suo sguardo, essendo privo di pupille, non può fornire alcuna indicazione.

Simboli di magia nera e magia bianca sono individuati nella Fontana Angelica di Piazza Solferino, oggi in restauro. D’ispirazione massonica, è considerata la porta dell’Infinito.


Piazza Solferino - Particolare Fontana Angelica

Nelle due coppie di statue raffiguranti le quattro stagioni, scolpite a fine ottocento da Giovanni Riva, la Primavera e l’Autunno sono rivolte a occidente dove nascono le tenere; l’Estate e l’Inverno sono rivolte invece a oriente dove sorge il sole, l’energia positiva e la vitalità. Entrambi i flussi avvolgerebbero la città in una continua dialettica degli opposti.
Ma è il portone del diavolo, in Via XX Settembre 40, che mostra i simboli più espliciti. In particolare il batacchio con la testa del diavolo e gli incredibili bassorilievi scolpiti nel portale. Si narra che sia stato proprio Lucifero a costruirlo per rinchiudere uno stregone che aveva osato evocarlo.


Batacchio del Portone del Diavolo


Piazza Statuto è considerata il cuore oscuro di Torino, addirittura secondo alcune scuole esoteriche qui ci sarebbe la porta dell’Inferno. L’angelo alato che sormonta il monumento dedicato ai lavoratori caduti del Frejus, eretto al centro di Piazza Statuto, raffigurerebbe proprio Lucifero che, guardando ad est, sfida la luce. Sul capo la stella pitagorica a cinque punte e in mano la penna.



Angelo alato che sovrasta il monumento ai caduti del Frejus - Piazza Statuto


Gli esoterici attribuiscono questa energia negativa al fatto che un tempo il luogo in cui sorgeva la piazza era al di fuori delle mura romane, vicino alla Valle dei Morti (Vallis Occisorum), conosciuta come Rondò della Forca perché qui avvenivano le esecuzioni. Dietro la piazza, inoltre, si troverebbe il vertice del triangolo della magia nera identificato da un obelisco.


Piazza Castello- Uno dei dioscuri di Palazzo Reale

Piazza Castello è considerata l’epicentro della magia bianca. Da qui partono le vie principali della città: Via Po, Via Garibaldi e Via Roma. Qui ha sede il Palazzo Reale con i suoi dioscuri e la cancellata che traccia il confine tra la Torino bianca (positiva) e la Torino nera (oscura). In particolare, le statue equestri raffiguranti Castore e Polluce che si trovano sui pilastri della cancellata di Palazzo Reale, realizzate da Abbondio Sangiorgio tra il 1842 e il 1847, rappresenterebbero i gemelli che, secondo il mito, diventarono l’omonima costellazione zodiacale.
Inaspettatamente anche il Teatro Regio, sito al civico 215 di Piazza Castello, racchiude elementi esoterici. Il bizzarro architetto Carlo Mollino, che lo ricostruì nel 1973 dopo l’incendio del 1936 che distrusse l’originale progettato da Benedetto Alfieri, scelse per il soffitto il colore viola.


Palcoscenico del Teatro Regio

Generalmente inviso nel mondo dello spettacolo, il colore sfuma diventando sempre più acceso verso il palcoscenico. In esoterismo il viola è simbolo di concentrazione e, il palco, è sicuramente il luogo dove non può mancare. L’esplosione di luce del lampadario, sempre opera di Mollino, con 1750 sottilissimi tubi luminosi, disposti a grappoli, richiama in modo stilizzato l'illuminazione dei teatri ottocenteschi.  Mollino era anche appassionato di astrologia e, per entrare nel teatro, decise che si doveva passare attraverso 12 porte, una per ogni segno zodiacale, un modo per sottolineare il momento catartico di rinascita del teatro e della musica lirica.


Le dodici porte-Ingresso del Teatro Regio

Il Teatro Regio è un’opera-simbolo che ha subito diverse trasformazioni nel tempo. L’ingresso esterno è chiuso da una monumentale cancellata (Odissea musicale del 1994) disegnata dall’artista Umberto Mastroianni.


Umberto Mastroianni - Odissea musicale 1994
I tour della Torino magica sono proposti da Somewhere


LA MAGIA SCRITTA NEI PAPIRI
Un luogo sicuramente misterioso e affascinante è Il Museo Egizio, uno dei più antichi di egittologia al mondo, secondo per importanza solo a quello del Cairo. Studiosi di esoterismo ritengono che in alcuni papiri, sarebbero contenuti disegni che documentano la pratica divinatoria basata sull'osservazione delle forme che assume l'olio versato sull'acqua. Altri sostengono che molti reperti siano carichi di energia positiva come la statua di Tutmosi III nella Galleria dei Re. Il faraone regnava in Egitto quando Julia Augusta Taurinorum, la moderna Torino, venne fondata nel 28 a.C. dall’imperatore romano Augusto.
Il Museo Egizio che, dopo il restauro e la riorganizzazione diretta da Christian Greco, ha raddoppiato lo spazio espositivo, è uno straordinario racconto di millenarie leggende e rituali di una civiltà in gran parte ancora sconosciuta


Papiro che spiega come annientare il veleno del serpente

ALCHIMIE DI GUSTO
Non si può scoprire la Torino autentica senza anche assaggiarla rischiando, come recita un detto dialettale A j'é da bërlichesse ij dij”, di leccarsi anche le dita. La trattoria contemporanea o il ristorante più sofisticato svelano sempre un po’ di questa città orgogliosa e magnetica.
Arcadia ubicato nell’ottocentesca Galleria dell’Industria Subalpina, cuore del lifestyle torinese, è anche il primo sushi bar giapponese della città e uno dei primi in Italia. I piatti della tradizione sono sempre presenti come il Brasato al Barolo, il Risotto al Castelmagno e nocciole delle Langhe, il Vitello con salsa tonnata a base di tonno, capperi e tuorli d'uovo e, naturalmente, gli immancabili Agnolotti del plin.
Il nome è dato dal pizzicotto, in dialetto piemontese plin, che si dà con le dita alla pasta per chiuderne il ripieno. La cucina gioca con i sapori tradizionali e quelli giapponesi in equilibrio con gli abbinamenti tra vini doc e sakè. Armonia anche negli arredi tra colonne in pietra, soffitti a volta ed elementi minimalisti.


Interno ristorante Arcadia, Piazza Castello 29

Santommaso 10 è un vero e proprio omaggio a Torino. Nelle pareti sono richiamati i luoghi più iconici della perla sabauda come la cupola del Guarini e la Mole Antonelliana. Si respira autentica tradizione e l’aroma discreto dell’espresso. Proprio così, perché questa è stata anche la prima drogheria che Luigi Lavazza aprì nel 1895 dove si specializzò nella vendita delle miscele di caffè creando i suoi blend storici. La cucina propone principalmente piatti tipici. Da provare il Risotto alla piemontese cotto in un delicato brodo di prosciutto, mantecato con burro e salvia, arricchito da una guancia brasata morbida e i Ravioli del plin abbinati a vini che la casa predilige siano provenienti da piccoli produttori locali e italiani.


Ristorante Santommaso 10 - Particolare interno

Il tutto affidato a uno straordinario staff guidato dal giovane chef Gabriele Eusebi. Una curiosità: la Via San Tommaso, da cui prende il nome il locale, fa parte di una delle aree più antiche di Torino. Qui si trovavano tantissime botteghe medievali come quella dei guardinfanti, telai in legno o metallo che le donne in cinta usavano per allargare le gonne e proteggersi dagli urti, diventati nel tempo simbolo di eleganza e status sociale.
Ballatoio, bistrot di ringhiera in Via Principe Amedeo 22 è uno spaccato in miniatura dell’antico modo di socializzare torinese che avveniva per lo più negli spazi esterni dei palazzi, il ballatoio appunto, ricostruito in ferro battuto all’interno del locale. Atmosfera familiare, mobili antichi, mattoni a vista e vecchie affiches. Tra le golosità proposte Uovo in cocotte con tortino di patate e fonduta di Toma della Valchiusella e finferli.
I ristoranti citati rientrano nel circuito Mangébin, progetto della Camera di Commercio per la promozione della cucina tipica piemontese e dei vini regionali. https://turismotorino.org/it/visita/cosa-fare-e-vedere/enogastronomia/mangebin


Dolci della Pasticceria Racca

Dulcis in fundo, l’antica pasticceria Racca in Via Onorato Vigliani 149 che racconta dal 1953 una storia di eccellenza. L’attività, inserita nel progetto della Camera di Commercio Torinese Maestri del Gusto, è famosa per la produzione del panettone nella versione locale, più bassa dell’originale milanese, guarnita con glassa di nocciole o uva al Moscato d'Asti. Il panettone e il cioccolato sono i grandi protagonisti delle vetrine piemontesi.
Poi c’è il simbolo dell’eleganza torinese, il caffè Baratti & Milano nel cuore della Galleria Subalpina.


Lo storico caffè Baratti&Milano

Ai fondatori, i pasticceri Fernando Baratti e Edoardo Milano, si deve tra l’altro anche la ricetta originale del cremino, il tradizionale cioccolatino a forma di cubo con due strati di cioccolato e uno centrale di crema di nocciole piemontesi IGP prodotto dal 1858. Sfarzo e fascino liberty rendono il posto un salotto sabaudo dove è impossibile non gustare il popolare bicerin a base di caffè, cioccolata e crema di latte, servita in strati distinti da gustare senza mescolare. Entrare qui equivale a un tuffo nella storia: gruppi scultorei in bronzo che riprendono le allegorie delle quattro stagioni, stucchi colorati e pareti in mogano intagliato, pavimenti a mosaico e bassorilievi ovunque.
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