OLLY VINCE LA 75° EDIZIONE DEL FESTIVAL DI SANREMO di Daniela d' Isa
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Sabato 16/02/2025
OLLY VINCE LA 75° EDIZIONE DEL FESTIVAL DI SANREMO
Sanremo è finito e il verdetto finale non ha premiato la canzone più bella. Alle due di notte, dei cinque più votati tra i 29 artisti, erano rimasti solo uomini Simone Cristicchi, Brunori sas, Fedez, Lucio Corsi e Olly. Ha vinto quest’ultimo con una canzone molto festivaliera, scritta anche da lui stesso, “Balorda nostalgia”, che parla della nostalgia che si prova per un amore finito. 23 anni, genovese, ma milanese di adozione, ex giocatore di rugby, Olly, all’anagrafe Federico Olivieri, è un ragazzone di un metro e 95 centimetri, che aveva già partecipato al Festival due anni fa e quest’anno era spesso annunciato come vincitore. Parla come un trentenne anche se piace alle ragazzine. Una curiosità, la sua manager, Marta Donà, è la stessa dei Maneskin, di Mengoni, di Angelina Mango, tutti vincitori del Festival.
Comunque gli ascolti dell’ultima serata registrano 13 milioni e 427mila spettatori e un 73,1% di share
Grande delusione per Giorgia, omaggiata del premio della serata della cover, che ha ritirato in lacrime un altro premio, quello di TIM, mentre il pubblico dell’Ariston le gridava “Hai vinto tu” “Hai vinto tu”.
Anche Simone Cristicchi si è dovuto accontentare, pur vincendo il premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale, assegnato dall’orchestra di Sanremo per “Quando sarai piccola” e quello della sala stampa Lucio Dalla. La sua commovente canzone dedicata alla mamma malata scritta insieme alla compagna Amara, data per vincente a fasi alterne, è arrivata quinta.
È importante che Simone abbia auspicato il varo della legge per i caregiver, in parlamento da tempo, ma non ancora approvata.
La vera rivelazione di questo Festival, Lucio Corsi, 31 anni, cantautore, ha mostrato fragilità e tenerezza nella sua “Volevo essere un duro”. “Non sono nato con la faccia da duro, se faccio a botte le prendo”, questa una strofa della sua canzone. Per me è un altro vincitore del Festival, ma in realtà ha vinto solo il Premio della Critica Mia Martini ed è arrivato secondo.
Terzo posto a Brunori sas che ha vinto anche il Premio per il miglior testo intitolato a Sergio Bardotti, del resto anche l’Accademia della Crusca che in genere aveva giudicato scarsi i testi di questa edizione del Festival, aveva dato un bel 9 a Brunori. “L’albero delle noci” lettera alla sua piccola di tre anni, fa riflettere sulla difficoltà di essere genitori.
Una nota abbastanza importante: i primi tre hanno avuto voti molto simili, con differenze minime.
Mi è dispiaciuto anche il piazzamento di “Incoscienti giovani” settima posizione, la bella canzone di un Achille Lauro maturato e meno di rottura del solito e quello di Massimo Ranieri, ventitreesimo, che ha cantato splendidamente e senza autotune la sua “Tra le mani il cuore”.
Un po' troppo sopra le righe Alessia Marcuzzi, non pervenuto Alessandro Cattelan.
Carlo Conti ha difeso dall’accusa di restaurazione il suo Festival, affermando che lo ha condotto seguendo gli insegnamenti di Pippo Baudo, a mio parere ancora il migliore tra tutti i presentatori e direttori artistici di Sanremo.
Conti ha un contratto come direttore artistico anche per il prossimo anno. Per quanto riguarda la conduzione ci deve pensare, ma dovrebbe considerare l’ipotesi di affidare ad altri il ruolo di presentatore.
Sanremo è finito, viva il Festival