PREMIO STREGA
2023
COME D’ARIA VINCE IL PREMIO STREGA di Daniela d'Isa
Sbaragliando tutti i pronostici, con 185 voti la settantasettesima edizione del PREMIO STREGA è stata vinta da COME D’ARIA la cui autrice, ADA D’ADAMO, è scomparsa il primo aprile, pochi giorni dopo la “conquista” per essere entrata con il suo romanzo d’esordio (e purtroppo unico) nei dodici tra cui poi è stata decisa la cinquina finale. Ada era una ballerina, grande amante della danza, non era una scrittrice di professione. Lo è diventata su invito della scrittrice Elena Stancanelli che ha sentito la sua storia, quella di una madre cinquantenne che ha scoperto di avere un tumore e poco da vivere, ma che per di più ha una figlia (Daria appunto), nata con una malformazione rara che l’ha resa cerebrolesa, cieca, muta, incapace di muoversi. Non c’è da meravigliarsi per l’ottusità di grandi case editrici che si sono rifiutate di pubblicare la storia, data alle stampe con intuito da una piccola casa editrice, la Elliot, nata a Roma nel 2007.
La serata finale del 6 luglio 2023, presentata da una spumeggiante e caustica GEPPI CUCCIARI (in un abito del suo stilista preferito, ANTONIO MARRAS), si è svolta come da settant’anni a questa parte, nello splendido Ninfeo di Villa Giulia, dove peraltro, come ha ricordato il direttore VALENTINO NIZZO, si trova il più importante Museo Etrusco del mondo, ETRU, che vi invito a visitare.
Con 170 voti è arrivata seconda la super favorita ROSELLA POSTORINO con MI LIMITAVO AD AMARE TE (Feltrinelli). Il romanzo inizia nella primavera del 1992, quando comincia la guerra a Sarajevo, Una bomba uccide una madre e il suo bambino viene portato in Italia. C’è l’elemento della separazione e del distacco. Un’altra storia di famiglia come quella de LA TRAVERSATA NOTTURNA (La Nave di Teseo) del terzo classificato ANDREA CANOBBIO, che la descrive così: “Mio padre aveva un’anima ribelle. Un motivo profondo ha causato la sua nera compagna, la depressione. Ho impiegato 8 anni per scrivere, forse aiutato dall’aver avuto in regalo dalle mie sorelle delle lettere di quando i miei erano giovani e felici”.
La giuria dello Strega, il più importante premio letterario italiano, composta da 400 Amici della domenica, ai quali si aggiungono 220 voti di studiosi, intellettuali italiani e stranieri e traduttori selezionati da oltre 30 istituti italiani di Cultura all'estero, 20 lettori forti e 20 voti collettivi per un totale di 660 aventi diritto, ha decretato il quarto posto per MARIA GRAZIA CALANDRONE, autrice di DOVE NON MI HAI PORTATA (Einaudi) che, come una detective ha seguito le tracce della sua madre biologica: “Quello di mia madre è stato un omicidio sociale. E’ andata a vivere con l’uomo che amava ed è stata denunciata dal marito violento. Era il 1965. Doveva scegliere tra il carcere e una vita clandestina. Ha scelto di abbandonarsi all’acqua del Tevere, ma io non mi sono mai riconosciuta in quella bambina abbandonata a Villa Borghese. E penso che abbia compiuto un gesto d’amore enorme abbandonandomi e non portandomi con sé nella morte”.
Quinta ROMANA PETRI con RUBARE LA NOTTE (Mondadori), un libro sullo scrittore Antoine de Saint-Exupery, che lei ha amato moltissimo tutta la vita, “che non ha scritto solo “Il piccolo principe”, ma che ha avuto anche una vita molto avventurosa.
Cinque romanzi dove dominano tristezza, infelicità, malattia, ma da leggere e ripensare. Veramente poco elegante e di cattivo gusto parlare di “letteratura della sfiga”, come abbiamo visto in un famoso quotidiano.
Ma chiudiamo un piccolo brano tratto da “Come D’Aria”:
“Quando hai un figlio disabile cammini al posto suo, prendi l’ascensore perché lui non può fare le scale, guidi la macchina perché lui non può salire sull’autobus. Diventi le sue mani e i suoi occhi, le sue gambe e la sua bocca. Ti sostituisci al suo cervello. E a poco a poco, per gli altri, finisci per l’essere un po' disabile pure tu: un disabile per procura”.