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DIGITAL RUNWAY ALTAROMA E' UN'ESIGENZA di Stefania Giacomini

La moda italian vuole vivere, a dispetto della pandemia, che ha bloccato l’economia, la voglia di socializzare ed anche di vestirsi. Bisogna guardare avanti e con questa ottica benvenuto al digital fashion show che, dal punto organizzativo certamente è complesso ma certamente meno oneroso anche per gli stilisti che non devono affannarsi a cercare luoghi alternativi per le passerelle e per avere i vip del momento a suon di gettoni.
Anche Altaroma, che nell’edizione scorsa ha organizzato una formula a metà tra il fisico e digitale trovando un giusto compromesso, stavolta ha proposto tutti gli eventi sul web.

Ed hanno trovato spazio anche i cosiddetti ‘ fashion film’ i cui risultati, a mio avviso, sono piuttosto deludenti: sono poco artistici e fanno vedere poco i vestiti. Sforzi che rischiano di rendere vano lo scopo di molti creativi speranzosi  di presentare i loro prodotti  senza impegnare molti investimenti. Ho visto altri film con tanto di registi di talento e famosi  che hanno affascinato gli spettatori. Certo non è facile ma non ci si può improvvisare.
Vedere le sfilate dal vivo è un’altra cosa. Diciamoci la verità. Gli abiti si vedono da vicino , come sono realizzati, la vestibilità, la manifattura e i materiali. L’immagine del video è suggestiva ed affascinane soprattutto con le luci , la musica e la regia sapiente di professionisti come Alessandro Mazzini che ha diversificato, per ciascun evento, soluzioni sceniche. E chi scrive ha vissuto per oltre 30 anni nel mondo dell’immagine e della tv.
Senza contare che mancano i commenti ‘a caldo‘ di buyers , di colleghe, di addetti ai lavori, degli stilisti: insomma di tutti i protagonisti del fashion system.
Il paradigma della moda è cambiato, in maniera sempre più accelerata. Escono stili sempre più unigender, sempre più informali nonché sostenibili. Concetti attuali e  segno dei tempi. Eppure mi sembra che manchi il sogno: i tempi sono quelli che sono certo. Forse la ricerca dell’attualità prevale sulla cura della costruzione e della manifattura  che si vede in sfilate, per così dire, più consolidate come quella di Luigi Borbone. Idee Fresche nella collettiva della scuola Koefia.  Prevale lo spettacolo sul contenuto nella presentazione di Casa Preti.
Anche ‘Show case’, utile spazio dedicato all’incontro ‘Be to be’ tra creativi emergenti e potenziali buyers, forse nell’edizione digitale, risulta un po’ penalizzato ….. ma si spera presto, finito l’incubo del coronavirus, di tornare ad edizioni  con il pubblico.
La pandemia, di contro, ha fatto riflettere il sistema della moda ed anche i suoi fruitori. C’è voglia di maggiore qualità e c’è voglia di comprare italiano. E’ emerso negli incontri via web con Chiara Beghelli del Il sole 24 ore. Tre gli appuntamenti dedicati agli artigiani nostro fiore all’occhiello, già in crisi, che rischiano di sparire del tutto dal centro storico non solo della capitale. Si è discusso sotto diverse angolazioni di questo settore:  come fare, ad esempio, per recuperare le botteghe  storiche nella capitale. Certo gli annunci di realizzazione della sindaca Virginia Raggi  di distretti di artigiani a Ponte di Nona  e alla Città dell’Altra Economia guardano nelle periferie dimenticando del tutto il centro storico.
E’essenziale la formazione di nuove generazioni  e l’incentivazione del  turismo  delle botteghe: lo hanno evidenziato Lorenzo Tagliavanti della Camera di Commercio , Carlo Capasa presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana e Raffaello Napoleone Ad di Pitti Immagine. Tanti i progetti annunciati in tal senso e alcuni già realtà portati avanti da noti marchi di moda.
C’è l’esigenza di rinnovare l’attività dell’artigiano e di traghettarla al 2.0. Operazione certo non facile. Come conciliare il creativo, dedito a realizzare una borsa in cuoio nei suoi dettagli,  con la capacità di navigare in internet? Eppure è una esigenza pressante nel mondo del mercato globale sempre più digitale, soprattutto per trovare mercati stranieri ed internazionali. Molte le iniziative annunciate da Paolo Orneli assessore della regione Lazio. Già ci sono piattaforme come Mirta e Design Italy che operano per aiutare realtà artigianali a trovare la via dell’internazionalizzazione. Senza contare le azioni in  tal senso dell’Ice. Il presidente Carlo Ferro ha evidenziato che il LAZIO è la seconda regione di presenze innovative. Ma artigiano significa anche recupero del territorio e sviluppo sostenibile. Interessanti gli interventi, oltre che di Carolina Cucinelli, sulla loro realtà del Borgo dedito al cachemire, anche  di Niccolò Cipriani, fondatore di RIFO’ a Prato, impegnato a rigenerare filati di scarto del cachemire;  Chantal Marchetti manager di QUID recupera prodotti di moda impegnando, oggi, 120 persone fragili e disagiate, Susanna Martucci Fortuna ( titolare di ALISEA) e il giovane Matteo Ward ( titolare di WRAD) insieme, stanno portando avanti il recupero della polvere di grafite per tingere tessuti addirittura coinvolgendo il paesino di Monterosso Calabro dove questo tipo di tintura, stava cadendo in disuso. Esempi di economia circolare che sono realtà virtuose nel concetto della sostenibilità….   
« Il settore moda contribuisce sensibilmente all’Economia - spiega il Direttore Generale di Altaroma, Adriano Franchi - e le numerose connessioni tra nuove modalità di consumo, nuovi stili di vita e nuovi bisogni meritano di essere cercate e approfondite, specie in questo momento in cui tutto ha subito un’accelerazione”
Un fatto è chiaro che, seppur si ricordi con nostalgia il fasto dell’alta moda romana con grandi stilisti e con l’arrivo di firme straniere prestigiose, “La vocazione di Alta Roma è quella ben definita di incubatore dei giovani e speculare rispetto alle altre città della moda come Firenze e Milano” ha dichiarato Silvia Venturini Fendi presidente di Alta Roma in apertura dei talks ed ha aggiunto  “ E rispettosa dell’artigianato tradizionale”.Ecco su questo ultimo punto si spera si possa fare di più al di là delle parole.


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