GIAPPONE E COUTURE: ALTAROMA 2020
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GIAPPONE E COUTURE: ALTAROMA 2020 di Stefania Giacomini
Date: 29/01/2020
ARTE | CULTURA | SPETTACOLO
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GIAPPONE E COUTURE: ALTAROMA 2020 di Stefania Giacomini
Nella moda, colonna portante dell'economia italiana, di cui due terzi si trasformano in esportazioni, vi lavorano 580mila famiglie, ci sono 66mila imprese e un fatturato di quasi 100 miliardi.
Chi fa questo sistema sono soprattutto gli stilisti con la loro creatività e scommesse imprenditoriali
Nino Lettieri di Pompei che, dice, deve molto ad AltaRoma come ribalta internazionale, ha festeggiato con buyers e personaggi dello spettacolo nel nobile palazzo Ferraioli dieci anni di carriera con abiti superpreziosi e gli accessori firmati della principessa Margareta d’olanda noti nel mondo. Tessuti rigorosamente ‘made in Italy’ “Perchè questo fa la differenza” - afferma il couturier. Lusso e attenzione alla sostenibilità: anche i 300 metri di georgette per le rouches dell’abito da sposa più lussuoso ha una particolarità: ve la spiega nell’intervista Nino Lettieri
Successo per l’architetto designer Sabrina Persechino, la cui collezione ispirata alla antica citta romana Tellenae ed alla distribuzione in quadrangoli degli accampamenti,
è stata coerente e declinata in varie maniere possibili. Il risultato: una passerella sofisticata e moderna di ‘ eleganti donne guerriere’
Altro filone di altaroma: il Giappone. Si è visto in giacche kimono ed oversize in varie passerelle ma quella di Antonio Martino è un omaggio alla leggenda di Tanabata e alle donne samurai. Leggenda racconta di due amanti figli degli dei costretti ad incontrarsi per amarsi una volta l’anno a luglio. Una festa che in Giappone è molto seguita. L’effetto è scenografico per esigenze di sfilata ma i singoli pezzi possono essere indossati da donne sicure si se.
Capi che possono trovare un mercato estero del resto “Se l'Italia non avesse esportato quello che ha esportato con la moda non saremo usciti vivi dalla crisi".lo ha ricordato Ivan Scalfarotto sottosegretario al ministero degli Affari esteri e alla cooperazione internazionale, partecipando ad un incontro di AltaRoma su’”L’economia circolare alla conquista della moda”. Settore che dovrebbe comunque essere supportato . Vedremo se alle parole seguiranno anche i fatti.
La capitale gioca un ruolo di attrazione anche per collettive di stilisti stranieri come ‘International couture’ ideata dall’istituto italo libanese. L’ambasciata d’Ungheria ha ospitato ‘Creative district’, progetto di Antonio Falanga e Grazia Marino ,collettiva delle migliori firme ungheresi.
Ed è giunta alla 23 esima edizione ‘Fashion of the world’, patrocinato dall’Enit, che ha sino ad oggi ha presentato oltre 60 stilisti provenienti da 28 paesi.”Progetto - dice l’ideatore e presentatore Nino Graziano Luca che - lancia un messaggio di speranza: il dialogo tra le culture possibile anche attraverso la moda e le arti».Tra i premiati l’italiano Nino Lettieri.
Passerelle che sono una finestra sul mondo.