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VESTE ITALIANO LA FESTA DEL CINEMA DI ROMA di Daniela d'Isa
Date: 22/10/2018
ARTE | CULTURA | SPETTACOLO
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VESTE ITALIANO LA FESTA DEL CINEMA DI ROMA di Daniela d'Isa

All’insegna del noir la tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, la quarta con la direzione artistica di Antonio Monda e con Laura Delli Colli, presidente del SNGCI e da quest’anno alla guida della Fondazione Cinema per Roma, è stata aperta da un thriller

statunitense mozzafiato del giovane Drew Goddard, “Bad Times at the El Royale”. 141 minuti in cui lo spettatore rimane incollato alla poltrona e sobbalza almeno tre o quattro volte. La trama: sette sconosciuti si ritrovano in un motel fatiscente e inquietante a cavallo tra California e Nevada. Tutti hanno un terribile segreto e ad ognuno verrà data una possibilità di redenzione. Se amate Jeff Bridges o Dakota Johnson o se avete nostalgia del fisico scultoreo del Tor cinematografico più famoso, Chris Hemsworth (in questo film il biondo australiano è cattivissimo), correte al cinema dal 25 ottobre. Le citazioni si sprecano: da Tarantino ad Agatha Christie; la musica ricorda tutti i film d’azione e avventura più famosi. Trascinante. A Roma sono arrivati solo il regista e la giovane Cailee Spaeny che ha sfilato sul red carpet con un delizioso vestito azzurro di Valentino. Il secondo giorno è stato quello in cui ha trionfato sul tappeto rosso il premio Oscar Cate Blanchett. Chi non la ricorda nei panni della grande Katharine Hepburn al fianco di Leonardo di Caprio in “The Aviator”, di Martin Scorsese, quest’anno premio alla carriera con Isabelle Hupper. A Roma la musa di Armani, che nel 2016 l’Alto Commissariato della Nazioni Unite ha nominata Goodwill Ambassador per il suo impegno umanitario, ha portato “The House With a Clock in Its Walls”, un fantasy da non perdere di Eli Roth che vi riporterà alle atmosfere di Harry Potter. Il film infatti, al cinema dal 31 ottobre, racconta l’avventura magica di un ragazzino di 10 anni che dopo la morte dei genitori si ritrova a vivere nella casa incantata dello strampalato zio Jonathan (il sempre simpatico Jack Black) dove conosce una potente strega (la Blanchett). La sfida di questo horror per famiglie sarà scoprire un misterioso orologio nascosto in un muro della villa. Atmosfera completamente diversa nel primo (e unico) film italiano in concorso, “Il vizio della speranza” di Edoardo De Angelis, il regista che con “Indivisibili”del 2016 ha vinto decine di premi. La vicenda si svolge lungo il fiume Volturno vicino a Caserta, dove Maria (Pina Turco, talentuosa moglie di De Angelis) conduce la sua misera esistenza, dopo uno stupro subito da bambina, tra prostitute incinte che lei traghetta verso i loro squallidi clienti, in un fiume che somiglia all’inferno delle loro vite. Eppure in questa storia che sembra senza speranza, il film vuole dare una luce con un finale di cristiana accettazione della maternità. Da sottolineare l’interpretazione di Marina Confalone nei panni di una spietata donna pacchianamente ingioiellata che comanda le prostitute e la musica, veramente notevole, di Enzo Avitabile.


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