VENEZIA AVARA COL CINEMA ITALIANO | GOOD IN ITALY WEBTV
2018
VENEZIA AVARA COL CINEMA ITALIANO di Daniela d'Isa
Date: 09/09/2018
ARTE | EVENTI
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VENEZIA AVARA COL CINEMA ITALIANO di Daniela d'Isa
Proviamo a fare un sondaggio tra i nostri lettori: che ne dite del putiferio che si è scatenato in chiusura del settantacinquesimi Festival del Cinema di Venezia quando è stato annunciato che il vincitore del Leone d’Oro è il film autobiografico “Roma”(dal nome dell’omonimo quartiere di Città del Messico dove la storia è ambientata) del regista messicano Alfonso Cuaron? Il problema consiste nel fatto che “Roma” è distribuito da Netflix, il servizio di streaming che sta conquistando milioni di abbonati nel mondo. “Il futuro del cinema sarà tra le sale e questa nuova realtà streaming” ha dichiarato il direttore artistico del Festival Alberto Barbera. “È un film in bianco e nero omaggio al mio Paese e alla Tata che mi ha cresciuto - ha specificato Cuaron - in sala non avrebbe avuto una grande fortuna”. Ma esercenti e autori sono sul piede di guerra: perché dare una vetrina così prestigiosa come Venezia ad un film riservato agli abbonati? Il Leone d’Argento è andato a “The favourite” di Yorgos Lanthimos, un film storico che narra gli intrighi di due cugine per diventare le favorite della regina Anna d’Inghilterra. La giuria, presieduta da un altro messicano, quel Guillermo Del Toro che l’anno
scorso al Lido aveva vinto il Leone d’Oro con “La forma dell’acqua”, ha attribuito il Premio Speciale a “The Nightngale” dell’australiana Jennifer Kent.
I fratelli Joel e Ethan Coen si sono aggiudicati il Premio per la miglior Sceneggiatura con “The Ballad of Buster Scruggs”, western statunitense anch’esso targato Netflix. Niente da fare per il cinema italiano neppure nella sezione Orizzonti, dove il Premio per il miglior film èandato al tailandese “Kraben Rahu” di Phuttiphong Aroonpheng e quello per il miglior attore a Kais Nashif per il film “Tel Aviv on fire” di Sameh Zoabi, mentre molti hanno sperato potesse essere attribuito al nostro Alessandro Borghi, Stefano Cucchi nel film di Alessio Cremonini “Sulla mia pelle”. Una interpretazione quella di Borghi ammirata persino da Ilaria Cucchi, sorella del povero giovane di cui vengono raccontati gli ultimi martoriati 7 giorni di vita.
A bocca asciutta i tre film in concorso: il remake “Suspiria” di Luca Guadagnino, “ Whatsapp You Gonna Do When The World’s On Fire?” di Roberto Minervini e “Capri Revolution” di Mario Martone che si è consolato con il Premio SIAE e con quello del sindacato dei giornalisti cinematografici.