FESTA DEL CINEMA: SI RIDE E SI PIANGE CON FILM DI QUALITA'
2017
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FESTA DEL CINEMA: SI RIDE E SI PIANGE CON FILM DI QUALITA' di Daniela d’Isa
Date: 01/11/2017
FESTA DEL CINEMA | CULTURA E SPETTACOLO
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FESTA DEL CINEMA: SI RIDE E SI PIANGE CON FILM DI QUALITA' di Daniela d’Isa
È un film di guerra (quella fratricida tra partigiani e fascisti) o d’amore, “Una questione privata", l’unico film italiano della selezione ufficiale alla Festa del Cinema di Roma, liberamente tratto dai fratelli Taviani dall’omonimo romanzo postumo (è uscito nel 1963 anno della morte, a soli 41 anni, dello scrittore piemontese considerato dai Taviani il più grande del dopoguerra).
L’uno e l’altro, ma negli occhi dello spettatore rimangono le nebbie delle Langhe come un “mare di lingue che cerca di entrare nei capanni” dove i partigiani si rifugiano, gli occhi intensi del protagonista, quel Milton che Fenoglio descrisse quasi facendo un autoritratto e che nel film ha il volto intenso e la recitazione di Luca Marinelli (lo Zingaro de “Lo chiamavano Jeeg Robot”), senza dubbio uno dei migliori giovani attori del cinema italiano. Milton, il brutto, che a noi è sembrato più affascinante del bello, Giorgio (Lorenzo Richelmy) appartengono a due diverse brigate partigiane e amano la stessa ragazza, Fulvia (Valentina Belle’) che flirta con tutti e due. E Milton si strugge cercando di scoprire se Fulvia ha avuto una storia con Giorgio nella villa estiva dove i tre amici si incontravano nell’estate del 1943…Il film, la cui regia porta solo la firma di Paolo (classe 1931), ha comunque avuto la sceneggiatura e la cura del fratello Vittorio (classe 1929) malato e reduce da un incidente stradale e ha spaccato la critica, pur ricevendo molti applausi. Dal primo novembre è nelle sale.
Giudizi discordi anche per “Detroit” di Kathryn Bigelov (premio Oscar per “The Hurt Locke”) sulle sanguinose rivolte che sconvolsero la città del Michigan nel 1967.
Non si sa ancora quando esce “Prendre le large” di Gael Morelun film che racconta la vita di Edith, un’operaia tessile che, per non perdere il lavoro, di fronte alla delocalizzazione della sua fabbrica, accetta il trasferimento in Marocco, dove affronta dignitosamente una vita di sacrifici. Un po' “Miserabili” un po' favola, “Prendre le larghe”, ci regala una straordinaria Sandrine Bonnaire che, presente alla Festa, spiega che per lei non è stato difficile interpretare Edith, perché il personaggio le ricordava suo padre “che è stato operaio con uno stipendio miserevole. Tutt’altro registro per “I,Tonya” di Craig Gillespie un film americano travolgente in cui la vera storia di Tonya Harging, una delle più grandi pattinatrici del mondo, che nel 1994 fu protagonista di uno scandalo che stroncò la sua carriera. Fu accusata infatti di essere la mente dell’aggressione alla rivale Nancy Kerrigan. Esce in Italia nei primi mesi del 2018.
Ma se avete amato “Quasi amici” di Eric Toledano e Oliviere Nakache non perdetevi (nelle nostre sale dal 30 novembre) l’esilarante “C’est la vie!” in cui la coppia si è ricomposta per la rappresentazione di uno scombinato matrimonio tutto da ridere. Applaudissimo alla Festa ha portato un’ondata di allegria.
Bella storia di padri e figli anche in “The Only Living Boy in NewYork” di Marc Webb con un Jeff Bridges quasi irriconoscibile e un Pierce Brosnan sempre affascinante. La Festa è già a metà, ed è entrata anche nel carcere di Rebibbia dove il 2 novembre sarà proiettata la versione restaurata, grazie a Infinity ( il primo servizio di video streaming on demanditaliano)del film cult di Carlo Verdone “Borotalco”, che compie 35 anni. Alla Festa i due commossi Eleonora Giorgi e Carlo Verdone: lui tenerissimo e pieno di nostalgia nel ricordare anche i tanti colleghi di allora scomparsi, lei in vena di aneddoti. Pieno di allegria l’incontro con Fiorello star dell’Auditorium che ha raccontato i suoi contatti con il Cinema e molto triste quello con Nanni Moretti (il cui ultimo film è del 2015) che ha tra l’altro presentato un documentario dove ha filmato la sua radioterapia, rivelando di aver avuto dopo vent’anni un altro tumore. Veramente notevole l’opera prima di Antonio Padovan “Finché c’è prosecco c’è speranza”, giallo trevigiano come il giovane regista. Paesaggi bellissimi con i famosi filari minacciati da un cementificio e un Battiston portentoso (attore che non manca mai nel nostro cinema d’autore) nei panni di un ispettore che indaga su misteriosi delitti. Dal 31 ottobre nelle sale.