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LA TERZA ETÀ TUTELATA DA UNA CARTA DEI DIRITTI?
di Stefania Giacomini

Una volta l’anziano era nella comunità la persona da consultare per la sua saggezza e da proteggere rappresentando la memoria e l’esperienza. Oggi che il mondo sta andando ad una velocità sempre più accelerata questi valori si sono pressoché perduti.
Anche il covid con al sua virulenza ha colpito proprio gli anziani più indifesi che sono stati uccisi dal terribile virus. Sono stati il 95% dei 180 mila morti per Covid. E decisamente è più che mai necessaria nella nostra società italiana, destinata all’invecchiamento visto che il tasso di natalità registra da tempo una curva negativa, una ‘Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della comunità’.

Pontificia Accademia della Vita ed ideatore della Carta , che l’ha presentata  assieme a Leonardo Palombi, professore ordinario all'Università Tor Vergata, nella sede dell'Unione Associazioni Regionali (UnAR) a Roma, alla presenza dell'Associazione 'PIUE-Pubblicisti Italiani Uniti per l'Europa' (presidente Carlo Felice Corsetti), il 'Gruppo Romano Giornalisti Pensionati' (presidente Romano Bartoloni) e l'UnAR (presidente Antonio Masia).

Lo scopo di questa Carta  - dicono i promotori - è quello di mettere in primo piano milioni di anziani fragili e disabili, emarginati ed abbandonati, relegati in fondo alla scala della società e i loro parenti ‘cura cari’( termine coniato da Marco Annichiarico) ovvero i ‘caregiver’ affinché i loro diritti siano rispettati, che ottengano a casa, a domicilio, una vera ed efficiente assistenza sociale sanitaria  oggi inesistente o rappresentata dalla cosiddetta indennità di accompagnamento, poco più di 500 euro. Una miseria che offende umilia e mortifica la terza età.

Proprio la pandemia da Covid 19 con i numerosissimi decessi in RSA e case di riposo, ha svelato l'inadeguatezza di un sistema assistenziale basato sulle residenze e poco o per nulla presente sul territorio e nelle abitazioni. Nel settembre del 2020 nel Ministero della Salute si insediava una “Commissione per la riforma della assistenza sanitaria e sociosanitaria alla popolazione anziana”, nominando come coordinatore della stessa Vincenzo Paglia il cui compito è stato quello di mettere a punto la ‘Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della comunità’, che ispirasse la riforma e desse vita ad una visione nuova della vecchiaia.
Quali i suoi principi?: 1) il rispetto della dignità della persona anziana, 2) i principi e i diritti per una assistenza responsabile, 3) la protezione per una vita di relazione attiva.
Dalle sue pagine emerge un nuovo modo di intendere la vecchiaia, non più intesa come tempo “inutile” della vita, ma al contrario, come la stagione non più intesa come tempo “inutile” della vita, ma al contrario, come la stagione della generosità, della libertà e di una crescita interiore. Documento arricchito anche da storie di vita concrete grazie all’esperienza di Sant’Egidio. Nelle intenzioni della Commissione c’è l’obiettivo della diffusione della Carta a livello europeo e presso le Nazioni Unite.
Ma basterà questo documento diffuso in 300 mila copie in passato in Italia e presentato in vari contesti a cambiare il paradigma culturale ed organizzativo ed assistenziale? Non solo i diritti di chi è avanti con l’età ma anche i doveri della società nei loro confronti? Il processo a mio avviso è molto lento e deve partire dalla famiglia che può e dovrebbe insegnare ai più giovani il ‘valore e il rispetto della terza età.




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