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VALENTINA E ILARIA. ULTIMO APPLAUSO A DUE PRIMEDONNE di Daniela d'Isa
Date: 23/07/2019
CULTURA E SPETTACOLO
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VALENTINA E ILARIA. ULTIMO APPLAUSO A DUE PRIMEDONNE di Daniela d'Isa

Valentina Cortese, scomparsa a Milano il 10 luglio a 96 anni e Ilaria Occhini, spentasi a Roma il 20 dello stesso mese, due primedonne dello spettacolo italiano, hanno avuto vite e carriere completamente diverse.
E’ morta l’ultima diva, hanno scritto quasi tutti i giornali riguardo alla Cortese, ricordandone la bellezza, la classe, gli amori e quel vezzo di portare un foulard in testa, abitudine ereditata dalle sue origini contadine e poi lanciato come una moda nei salotti mondani.
La sua carriera inizia nel cinema di Blasetti e Gallone per poi affacciarsi a Hollywood dove si innamora di quello che sarà (solo per qualche anno) il suo primo marito marito, Richard Basehart, che le darà l’unico figlio, Jackie, scomparso nel 2015. Nel 1959 eccola al Piccolo di Milano, innamorata perdutamente di Giorgio Strehler e beato chi l’ha vista recitare diretta dal suo pigmalione ne “El nost Milan” di Bertolazzi, o nei “I giganti della montagna” di Pirandello fino all’ultimo bellissimo spettacolo che li ha visti insieme, “Il giardino dei ciliegi“ di Cechov. Tutti i grandi maestri dello spettacolo italiano l’hanno scelta: da Antonioni (“Le amiche”), a Visconti, da Zeffirelli (“Fratello Sole e sorella Luna”, “Gesù”) a Fellini (“Giulietta degli spiriti”). Stravagante e sontuosa, non mancava una prima della Scala, dove sfoggiava magnifici abiti di Valentino, lasciando una scia del suo profumo di violetta. Dopo la morte del figlio si era ritirata a vita privata nel magnifico palazzetto di piazza S.Erasmo, l’ex-conventino la cui facciata è tutta ricoperta di edera; chissà quante volte lo avete visto a Milano, un luogo magico.
Ilaria Occhini, nata a Firenze il 28 marzo del 1934, era nipote per parte di madre di Giovanni Papini. Anche la sua carriera è iniziata nel cinema a soli 19 anni. Si è poi diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico lavorando con Visconti, Patroni Griffi, Orazio Costa, Ronconi.
I suoi maggiori successi però hanno i titoli degli sceneggiati degli Anni Cinquanta e Sessanta, primo fra tutti “Jane Eyre” con la regia di Anton Giulio Majano. Un unico, grande amore, quello per suo marito, lo scrittore partenopeo Raffaele (Dudù) La Capria che a 96 anni piange la sua “dea”, insieme alla loro unica figlia, Alexandra. Versatile, elegante, discreta, tutt’altro che mondana, Ilaria Occhini aveva una bellezza dolce ed altera, che gli anni non avevano scalfito. A noi piace ricordarla nella magnifica scena dell’apparizione della nonna ne “Le mine vaganti” di Ferzan Ozpetek, che le valse nel 2008 il David d Donatello. Rivedetela, una interpretazione-gioiello, che non si dimentica.


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